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L’Italia: uno Stato di Apparenza … venerdì 4 giugno 2021

Posted by andy in Uncategorized.
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Qualche giorno fa stavo parlando con degli amici che erano appena stati a teatro, dopo la chiusura per CoViD, e mi hanno raccontato che hanno dovuto compilare un modulo in cui hanno dovuto registrare le proprie generalità è il proprio numero di telefono.

Altrettanto è stato fatto in passato per accedere ai ristoranti e ad altri luoghi in cui erano prevedibili molti contatti e possibili contagi.

Alché ho posto un’innocentissima domanda: chi ha raccolto i moduli come faceva a sapere che il numero di telefono registrato (così come il numero del documento di identità) fossero validi?

Ovviamente non c’era modo di saperlo, perché non venivano controllati i documenti di identità e non veniva tentata una chiamata al cellulare indicato.

E questo a cosa ci porta? Al solito problema: gli italiani sono così stupidi da accettare di buttare un mare di tempo, denaro e risorse nella forma, invece che nella sostanza.

Qualche aquila ha previsto la norma per cui bisogna registrare i riferimenti dei visitatori, ma non l’obbligo di verificare che i dati siano attendibili.

Sarebbe bastato dal botteghino fare una chiamata al numero riportato sul modulo, per verificare se il cellulare indicato avesse squillato, ed analogamente, controllare il documento di identità per verificare che corrispondesse a quello riportato sul modulo.

Forse avrebbe richiesto un pochino più di tempo, ma in caso di contagio, sarebbe stato possibile risalire a tutti gli spettatori.

In questo modo invece si è sprecata carta e tempo per nulla, perché (come ho sentito più volte dire da molti) i dati riportati sui moduli non sono reali.

Tutti ecologisti, tutti inquinatori lunedì 15 ottobre 2018

Posted by andy in Miglioramento.
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Vivo a Milano, una città con un’ottima rete di trasporto urbano.

Ogni giorno dell’anno (almeno in quelli lavorativi), vengono offerti gratuitamente agli ingressi alle metropolitane dei ‘quotidiani’ che riportano un paio di notizie affogate in un mare di pubblicità.

Scendendo in metropolitana, i passeggeri ne prendono una copia, la leggono quel tanto che basta per attendere il prossimo treno, e la gettano via (i più arditi la conservano sino al termine del proprio viaggio, pochi minuti dopo).

A voler fare qualche semplice conticino, vediamo cosa si può scoprire …

  • a Milano vi sono 4 linee metropolitane (tra qualche anno 5);
  • il numero complessivo di fermate è circa 110;
  • ad ogni fermata vi sono almeno 4 accessi;
  • e ad ogni accesso ogni mattina vi è una persona che distribuisce pacchi di questi giornali (ad occhio, direi che per difetto sono almeno 20 chili di carta);
  • e i giorni lavorativi dell’anno sono circa 220 …

Ed ecco il conticino:

110 fermate x 4 accessi x 220 giorni x 20 kg di carta = 2.000 tonnellate di carta che vive in media per una decina di minuti, prima di essere gettata via, senza neppure fare raccolta differenziata.

Senza contare naturalmente l’inquinamento derivante dalla produzione della carta, della stampa, del trasporto, della raccolta e dello smaltimento …

Eppure sono convinto che se chiedeste ad una qualsiasi delle persone che ‘leggono’ ogni mattina quella carta vuota di notizie e piena di pubblicità se sono contro gli sprechi e l’inquinamento, vi risponderebbe assolutamente di si.