Perché è meglio non dotarsi di PEC venerdì 1 giugno 2012
Posted by andy in Uncategorized.Tags: non compliance, PEC, raccomandata, ricevuta di ritorno
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Personalmente sconsiglio le PEC individuali.
Alcune considerazioni sono le seguenti (ma non esaurisco qui l’argomento):
- la PEC garantisce la conservazione dei documenti elettronici per 3 anni.
Dato che la legge prevede che i documenti vengano conservati per un minimo di 5 anni (che poi diventano 6), o addirittura per 10 anni, tocca comunque stamparli e conservarli da qualche parte; - a corredo di quanto sopra, semmai doveste far valere in giudizio un documento inviato via PEC, ricordatevi che i tempi medi della giustizia sono ben superiori ai 3 anni, di conseguenza, si ricade nel caso precedente: stampare e conservare;
- di fatto, con la PEC si elige un domicilio digitale, che può essere liberamente utilizzato al posto delle raccomandate A/R dall’Amministrazione, ma (e questa è la cosa importante) la PEC NON È EQUIVALENTE AD UNA RACCOMANDATA A/R! Mentre per la seconda è prevista la prova della consegna nelle vostre mani, per la prima viene accettata come equivalente la data/ora di deposito nella vostra casella delle lettere (elettronica, natutalmente).
- la PEC non ha alcuna validità internazionale, non è riconosciuta da nessun altro stato altri che l’Italia, e non si basa su tecnologie standard.
- la PEC non è illimitata: viene garantito uno spazio massimo piuttosto limitato, per cui, oltre un certo numero di allegati, magari un po’ ‘ciccioni’, vi troverete costretti a pagare per spazio aggiuntivo, e questo credo che avvenga anche per la casella in ricezione: in sostanza, se qualcuno vi invia delle mail di PEC con allegati troppo grandi, può limitare di fatto la vostra possibilità di inviare e ricevere messaggi di PEC, costringendovi a pagare l’upgrade dello spazio.
Il monopolio della PEC lunedì 25 Maggio 2009
Posted by andy in Internet e società, privacy.Tags: monopolio, PEC, posta elettronica certificata, privatizzazione
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La notizia non passerà inosservata né, a parer mio, passerà mai una legge così pazzesca.
Ma vediamo meglio cosa si può nascondere nello schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale verranno disciplinati termini e modalità attraverso i quali i cittadini italiani potranno accedere alla casella di PEC (Posta Elettronica Certificata) che così ‘generosamente’ gli verrà donata.
L’approccio ipotizzato cosa porterà?
- regalerà un nuovo monopolio legalizzato ad un privato: chiunque vinca la gara, terrà in pugno i cittadini e le loro comunicazioni;
- accesso monopolistico a tutti i servizi a valore aggiunto;
- possibilità di fatto di controllare le comunicazioni di tutti i cittadini;
- irrigidimento su una posizione tecnologica unicamente italiana, impedendo l’interoperabilità con il resto del mondo;
- trasferimento del concetto di ‘ricevuta di ritorno’ in ‘ricevuta di consegna’: la PEC non sostituisce la raccomandata A/R in quanto quest’ultima attesta che la missiva è stata recapitata nelle mani del destinatario (attesta che è stata ricevuta); la PEC può soltanto attestare che il messaggio è stato infilato nella buca delle lettere del destinatario; se questi è in ferie o in ospedale, potrebbe non accedere (leggere) la missiva per rlungo tempo, ma lo stato farebbe decorrere i termini legali della consegna da tale momento;
- diritto ad un privato di limitare la capacità di comunicazione dei cittadini (limitazione della quantità di traffico); esisterà una limitazione sulla quantità di traffico? O il fornitore accetterà di gestire ed archiviare una quantità arbitrariamente grande di corrispondenza? Io potrei trovarmi a dover inviare ogni giorno contratti con decine o centinaia di MB di allegati, che dovrebbero rimanere immagazzinati, come minimo, per 30 mesi; e se lo facessero tutti? O ci sarà la fregatura di stato, per cui lo stato ci regala una casella da 1 MB, e tutto il resto lo si paga a parte? O peggio ancora tutto il resto lo pagherà, senza che noi lo sappiamo, lo stato, sempre con i nostri soldi;
- diritto ad un privato di distruggere le comunicazioni personali oltre i termini minimi di conservazione della corrispondenza garantiti per legge (per la PEC, 30 mesi, se ricordo bene, termine tra l’altro insignificante rispetto ai tempi della Giustizia e della prescrizione);
- impossibilità di utilizzare nomi di caselle facilmente associabili al proprietario: quanti Mario Rossi ci sono? Si sarà costretti a ripiegare sul codice fiscale; vi immaginate voi quanto sia semplice dare l’indirizzo della propria PEC a qualcuno?
- penalizzerà la qualità del servizio, in quanto fissato il prezzo offerto, il fornitore cercherà di risparmiare al massimo sulla Qualità per massimizzare il proprio utile;
- impossibilità di fatto di trasferire il servizio ad altri allo scadere della concessione: come sarà possibile trasferire la quantità di informazioni immagazzinate nei server del fornitore? E poi, sarà realmente possibile distruggerne gli originali? E tutti i servizi a valore aggiunto associati alla casella di posta, a chi andranno? Seguiranno la casella, o rimarranno in carico al gestore originario?
Pur essendo in un paese tipicamente atipico, penso che alla lunga la PEC andrà a morire, e che soprattutto una proposta di legge come questa finirà per forza di cose nel cestino.