Internet sempre più alla ricerca della propria libertà mercoledì 13 giugno 2012
Posted by andy in Futurologia, Internet e società, Libertà dell'informazione.Tags: autocoscienza, DNS, ICANN, Internet, IPv4, IPv6, libertà
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Una cosa qua, una cosa là …
Sono in pochi a notarlo, ma Internet, di soppiatto, ha fatto un altro salto verso la propria libertà.
O forse due.
È da anni che ci si sta muovendo da IPv4 ad IPv6, un protocollo che semplificherà le comunicazioni, e che soprattutto consentirà a tutti, anzi a tutto, di essere direttamente connessi, di avere una propria identità ed una propria presenza in Rete.
Dal 6 Giugno 2012 molti dei principali operatori hanno attivato definitivamente il nuovo protocollo.
Ma questa ormai non è più una notizia: il primo IPv6 day è stato mercoledì 8 giugno 2011, in cui non è accaduto nulla (per i netizen): di fatto, non è accaduto nulla, e nessuno si è accorto di nulla.
La vecchia Internet ha continuato a funzionare, ma la nuova Internet stava dando il sup primo vagito.
L’altra notizia, forse molto più interessante anche se molto meno pubblicizzata, riguarda il fatto che Internet si sta muovendo verso l’autodeterminazione.
Fino ad oggi, i nomi dei domini in Internet (in qualche modo, l’anagrafe dei nomi delle famiglie presenti in Rete) sono stati direttamente o indirettamente decisi ed autorizzati da ICANN, un’organizzazione prima controllata dagli Stati Uniti, ed ora leggermente più ‘democratica’.
Insomma, fino ad oggi le famiglie ‘ammissibili’ in Rete le decideva soltanto ICANN (o meglio, formalmente è ancora così: ICANN crede che sia ancora così); un po’ come nell’antica Roma, ove le gentes riconosciute erano poche: gli Emilii, i Cornelii, i Fabii, etc.
L’evento importante è che recentemente è nata una nuova anagrafe alternativa, libera e non controllata da ICANN: il Pirate Party canadese ha avviato, attraverso OpenNIC, la registrazione di TLDs qualunque, senza la preventiva autorizzazione (o censura) di nessuno.
E qual’è l’innovazione, quella vera, in questa notizia?
L’innovazione non sta tanto nel poter disporre del dominio primario .MarioRossi, o .MiPiaccionoIPaniniAlSalame senza dover pagare il dazio al registrar di turno (i vari Register, Aruba, etc.), ma nel fatto che qualcuno ha deciso (e lo ha fatto!) di mettersi al di sopra della più alta organizzazione riconosciuta a livello mondiale per l’attribuzione dei nomi in Rete, offrendo (gratuitamente) la libertà all’autodeterminazione del proprio nome in Rete.
Una piccola precisazione: ho scritto tra parentesi la parola ‘gratuitamente’; per quanto possiamo esserci abituati all’idea che Internet e tutto ciò che si trova in questo grande mare sia ‘gratis’, ovviamente nulla lo è; la corrente elettrica, i server, il lavoro delle persone non sono mai gratis; se non paghiamo noi, ci sarà qualcun altro che lo fa per noi, donando il proprio tempo e danaro per il bene comune di tutti.