Cacciatori di P2P ed il Subdolo Condivisore lunedì 12 aprile 2010
Posted by andy in Come sarebbe il mondo ..., Internet e società.Tags: condivisione illecita, copyright, Digital Econmy Bill, disconnessione forzata, dottrina Sarkozy, P2P
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Sono anni che le major danno la caccia ai condivisori di materiale protetto da diritto d’autore.
Spiando la Rete, utilizzando anche pratiche poco ortodosse, stanno approdando in questi anni alla repressione normativa della condivisione (vedi la Dottrina Sarkozy, il recente Digital Econmy Bill britannico, etc.).
Spesso le major si appoggiano a società specializzate nell’identificazione dei condivisori.
Lo scopo di questi ‘cacciatori di condivisione illecita’ è quello di identificare i condivisori, minacciare rappresaglie legali e chiedere risarcimenti.
Da buon avvocato del diavolo, mi è balenata in mente un’idea un po’ pazza …
Tanto per fare un esempio, supponiamo che il ‘cacciatore’ stia cercando tutte le condivisioni illecite del proprio file PIPPO.mp3.
Supponiamo ora che un Subdolo Condivisore crei un proprio file con lo stesso nome, e lo protegga con una licenza che ne consente la libera condivisione ma non lo scaricamento e la condivisione da parte di ‘cacciatori’, a meno del pagamento di pesanti royalties (tanto pesanti!).
Se il cacciatore, durante la caccia, prova a scaricare la versione di PIPPO.mp3 prodotta dal Subdolo Condivisore, si trova a commettere un reato a sua volta, e a dover rispondere di fronte alla legge dello scaricamento (e condivisione, che è implicita nel P2P) fatti.
la disconnessione degli utenti: un’arma a doppio taglio giovedì 23 aprile 2009
Posted by andy in Internet e società.Tags: condivisione di cocntenuti protetti, disconnessione, dottrina Sarkozy, Nuova Zelanda, P2P, privacy, sanzioni
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La Nuova Zelanda vuole l’implementazione della dottrina Sarkozy, ma si trova di fronte a nuovi problemi, ed ora temporeggia …
Cedere ad interessi privati una prerogativa dello stato può non pagare, alla lunga …
La disconnessione può essere un buon deterrente, ma può ritorcersi contro lo stato.
Dato il fatto che tutto lo scambio delle comunicazioni si sta convertendo dal cartaceo / televisivo all’elettronico / digitale, se lo stato consente la disconnessione di un utente, deve anche strutturarsi per dargli accesso in ogni caso a quanto gli è costituzionalmente dovuto: informazione, corrispondenza e comunicazioni.
Questo significa che sarà lo stato stesso che dovrà mantenere vivi servizi alternativi (e sempre più costosi) per assicurare al cittadino i suoi diritti.
Meditate, gente, meditate …
Conseguenze della dottrina Sarkozy … mercoledì 25 febbraio 2009
Posted by andy in Futurologia, Internet e società, Libertà dell'informazione, privacy, tecnologia.Tags: diritto all'informazione, disconnessione, dottrina Sarkozy, incostituzionalità, privacy, segretezza della corrispondenza, violazione del copyright
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Oltre alla Francia, anche altri paesi stanno prendendo seriamente in considerazione la disconnessione da Internet degli utenti che si macchiassero del gravissimo reato di mettersi contro le major dell’audio e del video.
Non intendo in questa sede fare considerazioni sul merito di come sia attualmente gestito il copyright, dell’incostituzionalità di consentire agli ISP di arrogarsi il diritto di analizzare le comunicazioni degli utenti, e dell’incostituzionalità di consentire agli ISP di privare i cittandini del diritto all’informazione ed alla corrispondenza.
Mi interessa invece esaminare come una tale scelta possa rivelarsi per gli stati un’arma a doppio taglio.
Dato il fatto che tutto lo scambio delle comunicazioni si sta convertendo sempre più, ed in modo irreversibile, dal cartaceo / televisivo all’elettronico / digitale, se lo stato consente la disconnessione da Internet di un utente, deve anche strutturarsi per fargli pervenire in ogni caso quanto gli è dovuto: informazione, corrispondenza e comunicazioni.
Ciò significa mantenere in piedi servizi di corrispondenza cartacea, raccomandate, stampa e televisione di tipo ‘tradizionale’ (non veicolata attraverso Internet), sportelli tradizionali per presentare pratiche e ritirare certificati, ed accettarne i costi e le implicazioni.
Di fatto, per quei paesi sì incoscienti da fare una scelta tanto azzardata, le controindicazioni che ne deriverebbero potrebbero portarle presto a tornare sui propri passi.