Il Crowdsourcing ed il giornalismo investigativo di massa giovedì 24 novembre 2011
Posted by andy in Internet e società, privacy.Tags: "Investigate Your MP's Expenses", BlackOutGate, crowdsourcing, giornalismo investigativo, insabbiamento, ostacolamento delle indagini, The Guardian, traparenza
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Sono rimasto stupefatto dalla fantasia di un giornale (il Guardian inglese) e dall’ennesima manifestazione delle incredibili opportunità della Rete.
Mi riferisco in particolare alla notizia che ho appreso qui, in merito ad un’indagine giornalistica portata avanti con e grazie al supporto della Rete.
Il tema è semplice: vi erano sospetti che alcuni parlamentari si facessero più o meno regolarmente rimborsare spese non lecite.
Il problema è che quando sono state chieste, per trasparenza, le evidenze delle spese sostenute, il governo ha reso si disponibili circa mezzo milione di documenti, tra ricevute e non, ma in forma digitalizzata invece che sintetica (immagini invece che testo), e quindi praticamente non analizzabile attraverso strumenti informatici; l’approccio del Governo è stato denominato ‘BlackoutGate’ proprio per le enormi proporzioni del tentativo di insabbiamento dell’indagine.’
L’obiettivo era evidentemente quello di far desistere chiunque dall’analisi dei contenuti, vista l’immane quantità di lavoro necessaria.
La mirabile idea del Guardian è stata quella di utilizzare la Rete ed i suoi cittadini per affrontare in modo massivo l’analisi dei documenti; ha quindi fatto ricorso a quello che viene definito come ‘crowdsourcing’, ovverosia outsourcing di massa, pubblicando online il gioco ‘Investigate Your MP’s Expenses‘, il cui obiettivo è di analizzare e catalogare tutti i documenti forniti dal Governo e segnalare tutti quelli potenzialmente anomali ed illeciti.
L’obiettivo del gioco è quello di apparire e salire nella classifica dei ‘top segnalatori’ di spese non giustificate.
Il gioco è stato definito come il primo progetto al mondo di giornalismo investigativo massively multiplayer.
Ad oggi, circa la metà dei documenti è stata analizzata da circa 30.000 persone, e di risultati sulle anomalie vengono pubblicati ed aggiornati on-line.
Grazie all’indagine, già una trentina di parlamentari ha già rassegnato le dimissioni o ha annunciato di ritirarsi a fine legislatura, ed alcuni procedimenti giudiziari sono già stati avviati dalla magistratura per i reati già accertati.
Ulteriore aspetto, particolarmente interessante dato il periodo di crisi, è il recupero del maltolto da parte della pubblica amministrazione, per un importo già accertato ad oggi di oltre un milione di sterline.
La morale? È semplice: Internet = trasparenza.
Nessuno strumento nella storia dell’uomo ha dato così tanto potere ai cittadini di controllare i propri amministratori.
La ‘potenza di calcolo’ dei cittadini in Rete è superiore a qualsiasi tentativo di ostacolamento, senza contare le grandi opportunità per la diffusione di documenti ed informazioni che si vorrebbero tenere gelosamente segrete (leggi: WikiLeaks).
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