Il valore dell’informazione lunedì 8 giugno 2009
Posted by andy in Internet e società.Tags: giornali, vendita delle informazioni
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È da tempo che i principali giornale si interrogano su come ricavare soldi dalla pubblicazione delle informazioni su Internet.
Il vecchio modello della vendita della carta stampata sta morendo.
Togliere le proprie testate da Internet non è neppure immaginabile.
E allora che fare? Fare cartello con tutte le altre testate, in modo che l’informazione sia accessibile solo dietro pagamento.
Eppure in tanti danno per perdente quest’idea; la ragione? Ormai siamo talmente abituati a trovare tutto gratis su Internet, che non siamo più capaci né di immaginare né di chiedere cosa abbia un valore, e se e quando valga la pena di essere pagato.
Se da sempre c’è stato qualcuno che ha pagato delle persone per raccogliere e riportare informazioni, un motivo ci deve essere.
Ed il motivo è che l’informazione giusta al momento giusto porta potere e vantaggi commerciali.
Se una persona si occupa di investimenti, avere prima degli altri certe informazioni può portare vantaggi.
Ma, come spesso accade, non ci si concentra sul significato di ciò di cui si parla.
l'”Informazione” non è semplicemente riportare un accadimento; lo è invece il correlarlo ad altri accadimenti, per evincere connessioni e collegamenti di causa-effetto che ci consentono di prevedere cose per nulla evidenti.
Sono questi collegamenti il valore aggiunto dell’informazione, e sono quelli che dovrebbero giustificare lo stipendio dei giornalisti (di quelli veri, intendo).
Oggi invece ormai il giornalismo è diventato un po’ troppo sensazionalismo, spesso andando a pescare notizie non vere, e pubblicandole senza alcun controllo pur di fare lo scoop.
Ci troveremo, penso, ad avere un’informazione a due velocità: le notizie (gratis), e le vere informazioni (a pagamento, e coperte da copyright); in questo modo nessuno potrà pubblicarle attraverso il Google News di turno senza aver prima stretto accordi e pagato i diritti.
Ma ciò di cui parlo esiste già da tanti anni, soltanto che non ci facciamo più caso: sono i servizi a pagamento di aggiornamento normativo, finanziario, rassegne stampa, etc.
Ciò di cui si sta parlando oggi, in realtà, non è di inventare l’acqua calda: stanno invece soltanto cercando di trovare quali siano i tipi di aggregazione a maggior valore aggiunto delle informazioni.
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