Internet e l’intelligenza distribuita mercoledì 9 luglio 2008
Posted by andy in Futurologia.Tags: autocoscienza, cervello, delocalizzazione, intelligenza distribuita, Internet, pervasività, ridondanza, sinapsi
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Faccio seguito ad un mio precedente post sulla memoria distribuita di Internet.
In realtà prima di questa ha iniziato a fare capolino l’intelligenza distribuita.
La prima macroscopica evidenza si è avuta con il progetto SETI@home, in cui ciascuno, volontariamente, può dedicare parte del proprio tempo-CPU all’elaborazione per conto di tale progetto (tipicamente quando il computer è in stato di dormiveglia, quando lo screen saver vorrebbe mangiarsi tutti i MIPS disponibili, al posto che lasciar riposare il computer).
Da allora quel progetto è evoluto (BOINC), ed in parallelo anche l’hardware.
Ora anche le schede grafiche mettono a disposizione i propri processori, e consentono sia di aggregare la loro potenza di calcolo a quella dell’elaboratore, sia di prestarla ad altri.
Stiamo andando verso un grande cervellone, dotato di memoria distribuita.
Tutto sommato, le connessioni che vengono aperte di volta in volta versi sistemi che forniscono servizi di elaborazione specializzati potrebbero anche essere assimilate a connessioni sinaptiche che vengono aperte, rafforzate e chiuse in relazione alle esigenze.
L’altra considerazione interessante che si può fare è sull’assorbimento energetico di questo cervello: come il nostro assorbe una porzione importante dell’energia prodotta dal nostro organismo, anche Internet sta aumentando il suo consumo, a favore della riduzione dei consumi per produrre beni e servizi (per unità, ovviamente; l’elaborazione consente di introdurre ottimizzazioni che ridocono il costo energetico unitario).
leggo oggi del fatto che la prossima distribuzione di Ubuntu includerà il supporto nativo per il cloud computing.
Come diecvo, i dati sono sempre più delocalizzati (leggi P2P).
Non ha più importanza dove siano: non c’è un luogo (server) specifico ove risiedono: sono sparsi ed n-uplicati su Internet.
Si sta avvicinando anche il tempo per l’elaborazione distribuita; anche questa verrà svolta in modo collaborativo su Internet.
Anzi, direi ‘da Internet’.
Ed il possesso di informazioni e di capacità di elaborarle consentirà ad Internet di fare il salto di qualità, e di evolvere …
La Nasa sviluppa l’Internet spaziale (OK, questa notizia è un po’ vecchiotta, ma comunque pertinente)
http://www.topcube.co.cc/index.php/blog/visualizza/la_nasa_sviluppa_linternet_spaziale/
RoboEarth, una Rete per soli robot
http://punto-informatico.it/3086918/PI/News/roboearth-una-rete-soli-robot.aspx
vogliono mettere in rete anche le macchine che se andranno a spasso per l’universo, per condividere conoscenza, esperienze e risorse di calcolo.
Stiamo per varcare i confini strettamente planetari.
http://www.repubblica.it/scienze/2011/02/11/news/memoria_uomo-12322601/
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La citazione di cui sopra è leggermente impropria: gli esabyte sono unità di misura per lo spazio di memorizzazione, e non di numero di istruzioni eseguite nell’unità di tempo.
Vista un po’ più alla lontana, a quanto pare questi signori hanno inteso affermare che è attiva una potenza di calcolo tale da poter elaborare 6,4 esabyte di dati al secondo.
Eppure Internet è ancora stupida: a quando l’autocoscienza?