Diritto allo studio lunedì 7 aprile 2008
Posted by andy in Libertà dell'informazione.trackback
Con riferimento ad una notizia comparsa su Punto Informatico, riprendo un mio post per fare qualche considerazione.
La notizia riguarda l’iniziativa di Libreremo.org, un’organizzazione che si propone l’interessante obiettivo di rendere accessibili tutti i testi scolastici che per motivi commerciali od economici non risultano disponibili o reperibili.
L’ operazione avviene semplicemente attraverso scansione e pubblicazione (suppongo attraverso P2P) dei testi non disponibili, o troppo cari.
Ora, posso capire che da una parte chi possiede i diritti economici sui testi possa risentirsi della cosa, ma d’ altra parte è sancito dalla costituzione il diritto allo studio, che non può essere negato per meri interessi commerciali.
È altresì vero che non si può obbligare per legge un’azienda privata a lavorare in perdita.
Ecco quindi la mia proposta, che dovrebbe mediare tra tutti gli interessi:
gli editori potrebbero essere tenuti per legge a depositare una copia elettronica presso una biblioteca di stato (possibilmente la copia master, e non una versione di qualità degradata), e nel caso non sia possibile per il cliente ottenere dall’editore una copia entro un tempo (ed anche un prezzo) limite stabilito per legge, il cliente potrebbe avere diritto di scaricare la copia digitale del testo dalla biblioteca.
…. Scaricare si, ma gratuitamente? Mah, probabilmente si potrebbe mediare anche qui: si potrebbe far corrispondere comunque un contributo alla biblioteca, sia a titolo di sostenimento dei costi del servizio, sia a copertura dei diritti d’autore degli autori, ed anche, in parte, degli editori, che comunque hanno investito e sostenuto i costi iniziali di edizione e pubblicazione dell’opera.
Per garantire l’accesso ai testi ed alla cultura, la biblioteca potrebbe anche praticare agevolazioni ai percettori dei redditi più bassi.
Esula da questo discorso (almeno parzialmente) lo sfruttamento economico delle opere; d’ altra parte se qualcuno rilevasse l’esigenza commerciale di una riedizione cartacea di un’opera, magari in tiratura limitata e di elevata qualità, potrebbe utilizzare la copia depositata in biblioteca per procedere alla ristampa, naturalmente previa autorizzazione dell’editore e a fronte del riconoscimento di una parte degli introiti.
Ulteriore considerazione da farsi è che dovrebbe essere drasticamente abbassato il numero di anni di usufrutto dei diritti d’autore, e proroghe a tali termini dovrebbero essere concesse soltanto a fronte della corresponsione di sostanziosi contributi tali da motivare l’editore alla ristampa o alla rinuncia dei diritti.
… è solo un’idea, naturalmente, ma consentirebbe di rispettare sia gli interessi degli editori che dei lettori.
Profumo, prima volta tra i banchi
nella scuola dei libri fai-da-te
http://bari.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/profumo-26543824/